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Imparare dagli errori

Questo articolo è riprodotto su gentile concessione di Strategie&Procurement, rivista nella quale è pubblicato nella rubrica "L'angolo del Coach".


Andrea Frausin parla di un semplice strumento sviluppato da John Grinder per imparare dai propri errori passati senza correre il rischio di cadere nella "trappola" di continuare a usare automaticamente un comportamento inefficace.


Se quello che vogliamo è imparare dall’esperienza e non rimanerne vittima, la lettura di questo articolo risulterà utile al lettore in quanto condivideremo un metodo e dei consigli pratici su come farlo.


Rivivere un’esperienza accaduta tempo fa, con tutti i sensi come se stesse accadendo ora, ha un impatto dentro di noi simile ad aver ripetuto l’esperienza realmente. E la ripetizione ha l’effetto di cementare quello che si è ripetuto.


Allora come poter imparare dagli errori?


Un metodo che ci aiuta in tale senso è conosciuto con il nome anglosassone “personal edit” (John Grinder).


Due sono i prerequisiti di questo metodo.

Il primo è avere la scelta di poter vedere ed ascoltare l’esperienza  che abbiamo vissuto come se assistessimo ad un film, in cui il protagonista siamo noi, senza essere “contaminati” dalle emozioni di quei momenti. Lì di fronte c’è Andrea, magari molto teso durante la riunione che non sta portato i risultati attesi, qui c’è il coach (in realtà sempre io), è in ottimo stato, sorride rilassato mentre guarda ed ascolta attentamente Andrea per dargli degli utili suggerimenti: è strano guardare Andrea da coach, dal di fuori, come suona strana la sua voce (l’esperienza di ciascuno di noi non appena ci siamo visti ed ascoltati per la prima volta dall’esterno).


E’ un qualcosa che molti di noi sanno fare facilmente, altri, avendolo fatto raramente, hanno bisogno di un po’ di esercizio. Un utile strumento può essere la videocamera e un paziente amico che ci riprenda: il fare e poi il riguardarsi e riascoltarsi mentre si fa ci può aiutare a sviluppare questa abilità.


Il secondo prerequisito è l’abilità di rivivere le situazioni, come si si verificassero adesso. Attenzione, fate gli esercizi con situazioni in cui vi siete sentiti bene o molto bene. Notate se siete in grado di riviverle, come se accadessero adesso.


A questo punto, verificata la capacità di fare quella che tecnicamente vengono chiamate una terza posizione (quella del coach per intenderci) e una prima posizione storica (rivivere la situazione), il “personal edit” è molto semplice.


Mettetevi nella posizione del coach, e guardate ed ascoltate quello che è successo durante il periodo di tempo in esame (ad esempio la giornata appena trascorsa) senza fare niente. Poi identificate, sempre dalla posizione del coach, ciò che vi è particolarmente piaciuto: lo so, per qualcuno può essere molto complesso, ci hanno abituato a cercare quello che non va!

Identificate poi come coach, che cosa vorreste migliorare, “rimuovete gli spezzoni di filmato” indesiderati, sostituendoli con almeno tre alternative per ciascuno spezzone, alternative che vi vedano agire come avreste voluto.


Riguardate e riascoltate, sempre dalla posizione del coach, tutto il filmato così “rieditato” e, se siete soddisfatti (tutto adesso è realmente voluto e desiderato), e solo in quel momento, rivivete, in prima posizione, tutto il filmato (con le varie alternative laddove le avete introdotte).


Fate diventare questa un’abitudine e stupitevi dei risultati.

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